Libri e Teatro

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Il testo della canzone "Il topo con gli occhiali" (44° Zecchino d'Oro - parole di Vittorio Sessa Vitali, musica di Renato Pareti) che invita i bambini alla lettura, è diventato un libro pubblicato dall'Editore Gallucci di Roma con illustrazioni di Nicoletta Costa e CD allegato.

 

Il Topo con gli Occhiali - Gallucci Editore

 

 

Vittorio Sessa Vitali ha anche partecipato al Bookcity di Milano nel novembre 2014 presentando nelle scuole il suo progetto dal titolo "Il topo con gli occhiali e altre storie dello Zecchino".

 

Altri libri

Vittorio Sessa Vitali ha pubblicato con l’editore Fabbri “Radioragazzi” e “Ragazzi come noi”, largamente adottati come testi di lettura nella scuola media.

Radio Ragazzi  Ragazzi come noi

Con l’editore Mondadori ha pubblicato per la serie “I libri che contano” venti libri in versi, quattro per la serie “Parole Magiche” e quattro “Piccoli libri per piccole mani”, l’alfabetiere “A come animali”, “Buonanotte orsacchiotto” e “Un orsacchiotto piccino picciò”.

topini  10-buffi-pesciolini 964

leoncini  elefantini

Vittorio Sessa Vitali è pure autore di alcune commedie per ragazzi, ,rappresentate a Milano: “Foto di
classe”, “Il castello dell’enigmista”, “Poffarbacco l’inventore”, “Ve lo dice Baldassarre”.

Angelicum 


Poffarbacco l’inventore

Nel regno di Roccablù vive Poffarbacco l’inventore. Le sue invenzioni si susseguono a getto continuo. La regina di Roccablù e la sua damigella di corte Rossanella ne sono entusiaste e chiedono al grande inventore di lasciare la casetta nel bosco per stabilirsi a Corte. Poffarbacco è felice in quanto potrà disporre di un laboratorio attrezzato e quivi realizzare il suo sogno: costruire l’astrobarca per salire fino alla Luna. Mentre Poffarbacco è ospite presso la Corte, costruisce un singolare orologio-pupazzo che oltre all’ora esatta risponde ad un sacco di domande. L’apparecchio diverte assai la regina e la sua damigella. A Corte c’è anche un ministro, Cuorsinistro che custodisce il tesoro del regno. Costui non ha soltanto il cuore sinistro, ma anche lo sguardo, tant’è che progetta - in combutta con il brigante Fosconero - la rapina del tesoro. In gran segreto consegna la chiave della stanza del tesoro al brigante, ma poco dopo Ia regina, per favorire un poveraccio, ha bisogno di denaro e lì salta fuori che Cuorsinistro, come dice lui, ha perso la chiave. Interviene Poffarbacco con la sua potente calamita che attira la chiave e il suo possessore brigante. Cuorsinistro fa il finto tonto, Fosconero viene messo in prigione. La regina, molto ingenua, incarica il ministro di dare una lezione al brigante e così i due sono ancora pronti per la rapina. Ma Poffarbacco ha inventato un cane meccanico, con segnalazioni luminose, che abbaia e mette in allarme quando c’è la presenza di malviventi, ladri, ecc. Il cane abbaia. Tutto il palazzo è in allarme. Si scopre che Cuorsinistro e Fosconero sono ladri. Caccia prolungata. Alla fine i ladri sono acciuffati e legati. Poffarbacco è pronto per partire verso la luna. Poiché si devono condannare i due ladri egli propone di portarseli nello spazio: se si guastano i motori, serviranno due rematori……. Gran finale con il coro della folla (fuori) e inizio conto alla rovescia. L’astrobarca parte, applausi.

Il Castello dell’Enigmista

L'orologiaio Crispino e la moglie Genoveffa vivono tranquilli quando inaspettatamente li raggiunge la notizia che un vecchio zio è morto, lasciandoli eredi di un piccolo castello. Succede però che un postumo messaggio del defunto viene smarrito dall'uomo di fiducia che doveva recapitarlo a Crispino. A questo punto la vicenda si complica per l'intervento di due lestofanti venuti casualmente in possesso del documento, redatto in termini sibillini dallo zio, che si dilettava d'enigmistica. Ne seguono varie peripezie ma Crispino e Genoveffa riescono a sventare le trame dei malintenzionati e a rintracciare il tesoro nascosto nel castello ereditato.


Ve lo dice Baldassarre

Nel palazzo del visconte Barnabò non tutto procede per il meglio. Il visconte è in perenne disaccordo con la consorte Matilde e, dopo un ennesimo litigio, i due decidono di separarsi. Convengono di affidare il figlio di sette anni a un precettore, il professor Malachia, mentre per la figlia Alice, in età da marito, si progetta di accasarla al duca Narciso. Alice si dispera; sa di non poter disporre di un'amicizia sincera che la aiuti a ristabilire la pace fra i genitori ed a salvarla da un matrimonio indesiderato. Ma ecco che sopraggiunge Baldassarre, strano tipo di pastore filosofo che, appresi i crucci di Alice, si propone di aiutarla con l'ausilio dell'amico Dodipetto, mago bonaccione. Chiamato in causa, il mago combina una piccola magia per sottrarre Beniamino al burbero precettore; farà diventare il bambino così piccolo da non poter essere scorto da Malachia, poi combinerà le cose in modo che l'incarico di precettore passi a Baldassarre. A partire da questo momento tutto cammina secondo i piani e al pastore riesce di farsi ricevere da Barnabò e Matilde, portando loro il figlioletto divenuto talmente minuscolo da poter entrare in una tasca (con finzione scenica, ovviamente). Nel frattempo un susseguirsi di peripezie hanno permesso ad Alice di sbarazzarsi del tedioso duca Narciso e di smascherare Ehitù, un giovane sbandato ridottosi a vivere di espedienti. Le tristi esperienze del ripudio matrimoniale del visconte Barnabò e il felice ritorno di Beniamino alla statura normale, inducono Barnabò e Matilde alla riconciliazione.

 

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